Quante volte leggevo questa frase da piccola.
Questo era il motto della mia scuola. Facevo il liceo classico, il LATINO. Quando dico questa parola mi viene da ridere. Appena si nominava quella parola, avevamo paura, era peggio della matematica, della fisica o addirittura della chimica. Il prof parlava, spiegava e per noi entrava da un orecchio e usciva dall’altro.
Quante volte il prof ci ha spiegato il significato di quel motto? Per me era una frase qualunque. « Labor omnia vincit improbus »
Sarà il fatto che sono cresciuta? Crescendo si diventa saggi? Chissà.
Adesso non mi serve neanche leggere quella frase. È come se si fosse accessa una lampadina nella mia testa. Plouf! Non so se è l’onomatopea giusta però va bene lo stesso. A me piace! Ho quella frase in testa. Mi è rimasta lì. Comincio a capire anzi capisco adesso il vero significato.
A scuola si studiava non per il sapere, il piacere, la passione ma solo per avere il voto più alto ed essere prima di tutti quando facevano la proclamazione davanti agli altri. Faceva effetto esser chiamato tra i primi e passare in mezzo a tutti per andare a ritirare la propria pagella. E adesso dov’è quella pagella? Chi la guarda? Boh!
Qualcosa mi ricordo di quello che ho studiato ma poco. Da sola comincio ad informarmi per capire certe cose. Ho iniziato ad usare le mie manine, cosa che nessuno mi ha mai insegnato. Anche qua si è accesa la lampadina e aggiungendo la mia pazzia ho comprato una macchina da cucire senza saper cucire. La PASSIONE! Prendo i tessuti, manovro, cambio idee mille volte, taglio senza sapere neanche se andrà bene oppure no con il rischio di sprecare il tessuto e alla fine fortunatamente mi viene fuori sempre qualcosa.
All’inizio facevo cose che alla fine finiva sempre nel guardaroba. Lo facevo perché mi piaceva e mi sentivo soddisfatta. Pubblicavo qualcosa su Facebook, ecc.
Un giorno arriva quella chiamata, quando meno te l’aspetti! La voce di un uomo che mi disse: »Ho visto che fai delle cose con i tessuti africani, potresti fare qualcosa per mia moglie che ha bisogno di un vestito? ». Lì ho visto le stelle, il cuore batteva a mille. Dentro di me: quindi c’è qualcuno che mi segue, che vede cosa faccio e a cui piace anche? Che strano! Che bella cosa! Accettai quell’impegno e loro rimasero soddisfatti. Da quella chiamata cambiò tutto. Non tutti gli angeli hanno le ali. Loro mi diedero il coraggio e la forza di andare avanti perché capii che LABOR OMNIA VINCIT IMPROBUS e che basta poco per dare un sorriso alle persone e ho capito che le mie manine potevano farlo.
Grazie a Franco e Anna la mia vita prese un’altra traiettoria.
Oggi le mie manine hanno portato il sorriso anche a me stessa. Dopo un duro lavoro, anche la gente che mi ha visto per la prima volta ha premiato la mia passione. Che dire? Grazie grazie grazie…
Infine non dimenticherò mai, mai nella mia vita tu M. e la tua amica del cuore quando avete pensato di negarmi un contratto di lavoro, convincendo il tuo amante titolare, solo perché non ho accettato di essere una leccac…o. Eccomi qua da NEGRA DI MERDA come mi hai soprannominata, parole che rimarranno sempre nella mia mente. A quanto pare nel mondo reale le persone non vedono solo il colore della pelle ma qualcos’altro. Se fossi ancora in quel posto non avrei mai avuto tempo per dedicarmi a tutto questo, sarei rimasta incastrata a lavorare tutti giorni compreso il sabato e la domenica. Grazie a chi crede in me e che continuerà a farlo. Quindi ringrazio anche te se sono arrivata fin qua.
Un bacione a tutti e a presto con i nuovi progetti.
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